Al Forum di Milano focus su lavoro, contratti e digitalizzazione. Collaborazione cruciale per affrontare sfide globali.
Le relazioni industriali tra sindacati, imprese e governo sono al centro del dibattito in occasione del Forum delle Relazioni Industriali, organizzato da Confindustria e Assolombarda a Milano. L’evento, dedicato al futuro delle relazioni ai tempi della digitalizzazione, ha visto confrontarsi il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini e il segretario della CGIL Maurizio Landini.
Marchesini ha invitato alla collaborazione per affrontare le difficoltà attuali, definendo «inopportuno» un invito alla rivolta sociale. Landini ha difeso la sua posizione, sottolineando la necessità di sensibilizzare sui rischi delle crescenti disuguaglianze. La tensione tra le parti nasce anche dallo sciopero generale proclamato dalla CGIL e dalla UIL contro la manovra del Governo, criticato per i toni sia dal ministro del Lavoro Marina Calderone sia dal segretario confederale CISL Mattia Pirulli, che ha chiesto «responsabilità» per evitare conflitti difficili da gestire.
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha ricordato che la contrattazione collettiva è uno strumento fondamentale per affrontare le trasformazioni globali. Tuttavia, ha criticato la proliferazione di micro-accordi non coordinati, che danneggiano il sistema di rappresentanza. Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, ha aggiunto che occorre combattere i circa 600 contratti “pirata”, che minano la competitività delle imprese e la qualità della contrattazione.
Un tema centrale è la misurazione oggettiva della rappresentanza sindacale, fondamentale per garantire trasparenza e contrastare il dumping contrattuale. Solo nell’area metalmeccanica, ha evidenziato Marchesini, esistono 134 contratti diversi. Landini ha rilanciato proponendo che i lavoratori possano votare con un referendum i contratti collettivi firmati dai loro rappresentanti. Pirulli ha tuttavia ricordato che il Patto per la Fabbrica del 2018 non prevede tale misura e non andrebbe modificato.
Il ministro Calderone ha riconosciuto il rischio che le nuove tecnologie favoriscano la disintermediazione, pur precisando che ciò non deriva da una scelta del Governo. Infine, si è discusso dell’idea di detassare gli aumenti salariali per rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori, un’iniziativa che Calderone ha definito auspicabile ma difficile da realizzare a causa del peso sui conti pubblici.