Settore pannelli in crisi: energia cara e import aumentano

La crescita dei costi energetici e delle importazioni mette a rischio la competitività delle aziende italiane nel settore dei pannelli.

In un mercato del mobile e dell’edilizia che registra una domanda stagnante o in calo, sorprende vedere come le importazioni di pannelli, in particolare di truciolare, siano invece cresciute significativamente nel primo semestre 2024, con un aumento del 39%. Questo dato preoccupa le aziende italiane del settore, poiché riflette una perdita di competitività dell’industria nazionale rispetto ai concorrenti europei ed extraeuropei. Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli, spiega che uno dei principali ostacoli per l’industria italiana è il costo elevato dell’energia, il quale, pur essendo sceso dai picchi del 2022, resta quasi doppio rispetto alla media storica pre-pandemia.

L’elemento critico non è solo il prezzo dell’energia in sé, ma anche il divario con i competitor europei. Le aziende italiane pagano infatti l’energia il 45% in più rispetto alla Germania e oltre il doppio rispetto a Francia e Spagna, influenzate, secondo Fantoni, da politiche nazionali diverse sulla promozione delle energie rinnovabili e nucleari. Le industrie italiane energivore, come quella dell’acciaio e della carta, chiedono da tempo al governo misure che riducano queste asimmetrie, e ora anche il settore del legno-arredo si fa avanti con la stessa richiesta.

Il contesto economico difficile colpisce particolarmente un settore già rallentato a causa del calo della domanda da parte dell’edilizia e dell’industria del mobile. In Germania, uno dei principali mercati di destinazione, la crisi del settore è tale da aver portato alla cancellazione dell’evento di riferimento, Imm Cologne 2025. In Italia, il centro studi FederlegnoArredo ha rilevato nel 2023 un calo del 14% nella produzione di pannelli rispetto al 2022, mentre il primo semestre 2024 ha registrato un ulteriore calo delle vendite del 10,9%. Tuttavia, c’è un cauto ottimismo per un recupero entro fine anno, con una chiusura stimata attorno al -2,3%.

More articles