Unipol propone la settimana lavorativa corta: 4 giorni, 9 ore al giorno, stesso stipendio e più tempo libero.
Unipol ha annunciato una proposta innovativa di organizzazione del lavoro nell’ambito del piano industriale 2025-2027: la settimana lavorativa corta. Ogni dipendente ha ricevuto venerdì una mail personalizzata che anticipava questa novità, ma i dettagli emersi dalle assemblee sindacali in corso stanno suscitando perplessità. L’iniziativa ha sorpreso i sindacati (Fna, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca e Snfia), che si aspettavano di discutere l’estensione dello smart working a 8 giorni al mese, rispetto ai 4 attuali, la cui sperimentazione termina a fine anno.
Il modello proposto da Unipol prevede una settimana corta di quattro giorni, con giornate lavorative di 9 ore per un totale di 36 ore settimanali, un’ora in meno rispetto alle 37 attuali. Questo garantirebbe ai dipendenti 5 giorni liberi in più all’anno mantenendo lo stesso stipendio, benefit e welfare. I dipendenti potrebbero scegliere tra due modelli di distribuzione: da lunedì a giovedì (venerdì libero) o da martedì a venerdì (lunedì libero). Tuttavia, i funzionari senior con ruoli di responsabilità sarebbero esclusi dalla proposta e lavorerebbero 5 giorni in presenza, con un incentivo Mbo.
Le assemblee sindacali in corso a Bologna e Milano stanno valutando le reazioni dei lavoratori. I sindacati, per ottenere un mandato chiaro, stanno considerando di indire un referendum con due domande: “Settimana corta: sì o no?” e “Smart working: sì o no?”, specificando che quest’ultima opzione richiederebbe una mobilitazione significativa.
La proposta di Unipol è unica nel settore assicurativo, dove le altre compagnie si sono orientate su modelli di smart working strutturati. La sua implementazione potrebbe avere ripercussioni anche sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro Ania, in scadenza a fine anno. Il nuovo modello organizzativo punta a rafforzare la collaborazione e la responsabilità interna, migliorare l’efficacia e favorire un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro. Tuttavia, senza un accordo sindacale, si rischia che dal 2025 molti dipendenti debbano tornare in ufficio 5 giorni su 5, con la settimana corta ancora in fase di trattativa.