Riforma del bilancio UE: più semplicità e priorità

La Commissione UE lavora al nuovo bilancio 2028-2034 con focus su priorità strategiche, semplificazione e flessibilità.

Uno dei primi e più importanti compiti della nuova Commissione Europea sarà la definizione del bilancio pluriennale post-2027, noto come Multiannual Financial Framework (Mff) 2028-2034. La proposta ufficiale dovrà essere presentata al Consiglio e al Parlamento entro giugno del prossimo anno, ma gli uffici della Direzione Generale Budget sono già al lavoro da mesi per delinearne i contorni. L’obiettivo è chiaro: semplificare il bilancio dell’UE e concentrare le risorse su priorità strategiche.

Come sottolineato dalla presidente Ursula von der Leyen lo scorso novembre, «il nostro bilancio è troppo complesso e spesso finanzia le stesse cose con programmi diversi. Dobbiamo concentrarci molto di più sugli investimenti nelle nostre priorità». Il commissario incaricato di questo processo è Piotr Serafin, descritto dalla von der Leyen come un «abile negoziatore». A lui è stato affidato il compito di preparare un bilancio «più semplice, mirato e reattivo».

Secondo un documento interno della DG Budget, il nuovo Mff potrebbe ridurre i capitoli di bilancio da sette a quattro:

  1. Resilienza, coesione e governance economica, inclusa l’agricoltura;
  2. Competitività, autonomia strategica e valori UE;
  3. Global Europe, dedicato alle relazioni esterne;
  4. Spese amministrative.

Un elemento centrale della proposta è la trasformazione degli attuali 531 programmi nazionali in 27 programmi unici per ciascun Stato membro, promettendo così maggiore semplificazione, flessibilità e minore burocrazia. Un altro cambiamento significativo è l’introduzione del fondo europeo per la competitività, che accorperà 11 programmi esistenti, tra cui Horizon e EU4Health. Inoltre, si prevede l’estensione del metodo “Pnrr”, che vincola le risorse a riforme, riducendo la complessità delle rendicontazioni.

Tuttavia, questa riforma ha già generato forti critiche. Regioni e governi, come il Comitato delle Regioni e i Länder tedeschi, temono una eccessiva centralizzazione e la perdita di autonomia decisionale. Hanno chiesto che la politica di coesione rimanga un elemento chiave per la crescita economica regionale.

Il dibattito si intensificherà nelle prossime settimane, prevedibilmente animando il confronto politico almeno per tutto il primo semestre del 2024.

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