Campagna di raccolta del pomodoro in Italia segnata da siccità al Sud e maltempo al Nord, con rischi per la produzione.
La raccolta del pomodoro Made in Italy è iniziata in un contesto particolarmente difficile, segnato da siccità e caldo record al Sud e da maltempo al Nord. Questi fattori stanno influenzando negativamente la crescita delle piante e delle bacche, con rischi di scottature e danni significativi causati da grandine e alluvioni. Coldiretti ha fornito una prima analisi della situazione in occasione dell’inizio della raccolta presso l’azienda agricola Il Vignale, situata a Orta Nova, in provincia di Foggia. Questa azienda è la più grande produttrice a livello nazionale, contribuendo a circa un quinto dell’intero raccolto italiano.
Il pomodoro Made in Italy non solo è un ingrediente chiave della dieta Mediterranea e della cucina italiana candidata all’Unesco, ma rappresenta anche un settore cruciale per l’agroalimentare italiano, con un fatturato di 5 miliardi di euro nel 2023. Questo settore coinvolge circa 7.000 aziende agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e occupa 10.000 addetti su una superficie coltivata di circa 70.000 ettari.
Dai primi dati relativi alla campagna 2024 emergono situazioni contrastanti tra Puglia ed Emilia Romagna, le regioni che producono circa due terzi del raccolto nazionale. In Puglia, nonostante un aumento del 5% delle superfici coltivate, si osserva un leggero calo produttivo. Questa flessione potrebbe aggravarsi se dovesse essere sospesa l’erogazione dell’acqua per l’irrigazione, a causa della scarsità di piogge. In Emilia Romagna, invece, il maltempo ha causato alluvioni e grandinate, ostacolando i trapianti e provocando danni significativi. Inoltre, l’area deve affrontare gli attacchi del ragnetto rosso, un acaro problematico soprattutto nel Piacentino. In Lombardia, nubifragi e trombe d’aria hanno ritardato i trapianti, con un possibile calo della produzione compreso tra il 15% e il 20%. In Campania, invece, si prevede un aumento del 10% nella produzione del Pomodoro San Marzano Dop.
Oltre alle condizioni climatiche avverse, il settore è gravato da incertezze legate ai ritardi nella definizione delle condizioni contrattuali e dall’aumento dei costi di produzione. Ad esempio, produrre un ettaro di pomodoro lungo nel 2024 è costato mediamente 3.000 euro in più rispetto al periodo pre-conflitto.
Una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml, venduta a circa 1,3 euro, vede oltre metà del suo valore (53%) andare alla distribuzione commerciale. I costi di produzione industriali rappresentano il 18%, la bottiglia l’8%, il pomodoro il 6%, i trasporti il 3% e il tappo e l’etichetta il 2%.
Per affrontare queste sfide, Coldiretti, Filiera Italia e Anicav hanno siglato un accordo per valorizzare e tutelare la filiera italiana del pomodoro. L’intesa mira a garantire tracciabilità e trasparenza sull’origine del pomodoro, contrastare le frodi, promuovere contratti di filiera pluriennali, adottare tecnologie avanzate per migliorare la produttività e la sostenibilità, e applicare il principio di reciprocità nell’Unione Europea per garantire che i prodotti extra UE rispettino gli stessi standard ambientali e sociali.