La riforma PAC mira a superare la burocrazia, sostenere i veri agricoltori e rilanciare il settore agroalimentare europeo.
Serve un’inversione di tendenza nella Politica Agricola Comune (PAC) per rispondere alle sfide attuali dell’agricoltura europea e italiana. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha evidenziato la necessità di un approccio più equilibrato, abbandonando le eccessive scelte “iperambientaliste” che hanno caratterizzato la stagione precedente. Il nuovo commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, dovrà affrontare la riforma della PAC entro 90 giorni dal suo insediamento il 1° dicembre, predisponendo linee guida innovative che riconoscano gli agricoltori come alleati nella sfida ambientale.
Il dibattito è stato al centro del Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Coldiretti, dove è emerso che i fondi attuali, pari a 384 miliardi di euro per sette anni, risultano insufficienti. Inoltre, questi fondi potrebbero essere ridotti di altri 25 miliardi rispetto alla programmazione precedente. Per Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, è urgente creare un fondo europeo aggiuntivo destinato all’innovazione agricola e concentrare i sostegni sui veri agricoltori, escludendo gli “hobbisti”. In Italia, si stima che almeno il 30% degli aiuti PAC, pari a 600 milioni di euro l’anno, venga percepito da non professionisti.
Anche il ministro Francesco Lollobrigida chiede un cambio di rotta, citando l’accordo con Francia e Spagna per fermare la riduzione della flotta peschereccia europea. Negli ultimi anni, la flotta si è ridotta del 28%, senza prove scientifiche sui benefici per gli stock ittici. L’obiettivo è subordinare ogni ulteriore taglio a dati concreti.
La burocrazia è un ostacolo cruciale. Paolo De Castro, presidente di Filiera Italia, ha definito la PAC attuale un “mostro burocratico” che ha spinto molti agricoltori a rinunciare ai contributi. Il nuovo commissario Hansen, insieme al vicepresidente Raffaele Fitto, potrebbe guidare una riforma più orientata al sostegno degli operatori agricoli.
Romano Prodi e Giulio Tremonti hanno sottolineato che la PAC riflette un’Europa incompleta, incapace di affrontare sfide globali come i dazi statunitensi o le guerre. Serve un salto di qualità nel processo di integrazione europea, o l’Unione resterà vulnerabile alle pressioni esterne.