Rai e Mediaset criticano le modifiche al tax credit cinema e audiovisivo: penalizzazioni su diritti e esclusiva.
Le modifiche al tax credit per il cinema e l’audiovisivo sollevano preoccupazioni nei due principali broadcaster italiani, Rai e Mediaset. Entrambe le emittenti hanno espresso la loro contrarietà a specifici aspetti del decreto correttivo, attualmente in bozza e in attesa di pubblicazione, rivolgendosi al Ministero della Cultura (Mic) e al Ministero dell’Economia. Secondo le emittenti, le novità del decreto penalizzerebbero il loro ruolo di investitori nelle produzioni audiovisive nazionali.
Uno dei punti più contestati riguarda il bilanciamento dei diritti tra produttori e committenti. Il decreto propone di aumentare dal 50% al 100% la quota di diritti Pay TV e Video on Demand (Vod) che rimarrebbero ai produttori, nel caso di sfruttamento primario in Free TV. Questa misura, che equipara il trattamento dei broadcaster a quello delle piattaforme streaming, è stata introdotta anche per prevenire eventuali ricorsi legali. Per Rai e Mediaset, questa modifica rappresenta un ostacolo, poiché sottrae parte dei diritti che tradizionalmente restavano in capo alle emittenti televisive.
Altro nodo critico è la finestra di esclusiva. La bozza attuale prevede che i produttori che lavorano con i broadcaster mantengano l’esclusiva sui diritti Vod. Al contrario, per le piattaforme di streaming, i diritti di Free TV sono soggetti a un periodo di “holdback” esteso da 12 a 18 mesi. Secondo Rai e Mediaset, questa misura crea un trattamento disomogeneo e potrebbe risultare svantaggiosa. Tuttavia, è probabile che il decreto definitivo uniformerà la durata del periodo di esclusiva per tutti gli operatori, introducendo una condizione valida sia per TV che per piattaforme.
Mediaset e Rai si sono mosse con decisione, evidenziando l’urgenza di rivedere questi punti critici. I ministeri stanno valutando le istanze delle emittenti, con l’obiettivo di approvare il decreto correttivo prima di marzo, data in cui è previsto il ricorso al Tar promosso da alcune società del settore.