Produzione di legname in calo nel 2024. Prospettive di ripresa dal 2025 grazie alla stabilizzazione dei tassi d’interesse.
Nel 2024, il settore del legname, sia in Italia sia a livello globale, ha registrato una frenata significativa nella produzione e nel commercio. Questo calo era atteso, data la riduzione della domanda nel settore edilizio e nell’industria dell’arredamento, dopo due anni di forte espansione. L’impennata dei tassi di interesse nelle economie più mature ha ulteriormente bloccato gli investimenti immobiliari, influenzando negativamente il settore.
Tuttavia, le prospettive per la fine dell’anno appaiono meno critiche rispetto alle previsioni di inizio 2024. A livello globale, si prevede un calo del 12% nella produzione di legno tenero rispetto al 2021, ma dal 2025 si attende una ripresa annuale del 2-3%. Questo scenario è emerso durante la 72esima Conferenza internazionale del legno tenero a Taormina, dove si è discusso di come una riduzione dei tassi di interesse potrebbe stimolare il settore delle costruzioni, trainando l’edilizia, sempre più orientata alla sostenibilità.
In Italia, il quadro è complesso: secondo FederlegnoArredo, il fatturato delle aziende del commercio di legname potrebbe calare del 17,7% entro fine anno. Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno, ha sottolineato che, sebbene il settore edilizio abbia subito una contrazione, vi sono opportunità di crescita per le costruzioni in legno, soprattutto se verranno adottati gli obiettivi di circolarità e sostenibilità richiesti dall’Ue.
Un altro dato significativo riguarda i prezzi dei segati di conifere, che sono crollati, comprimendo i margini delle segherie, specialmente in Europa. Nonostante questo, le aziende stanno mantenendo la loro capacità produttiva in vista di una ripresa prevista per il 2025, evitando tagli al personale per non perdere lavoratori qualificati.
Infine, il regolamento Eudr sulla deforestazione ha sollevato numerosi dubbi. Le imprese del settore chiedono un rinvio dell’applicazione, considerandolo un sistema troppo complesso. Pur condividendo gli obiettivi di sostenibilità, il settore necessita di tempo per adeguarsi e garantire controlli efficaci lungo la filiera.