Il biologico cresce in Italia: +4,9% in volumi e 4,5% in valore. Priorità a meno burocrazia, certificazione unica e giusto prezzo.
Il settore biologico in Italia ha superato i 9 miliardi di euro di fatturato, registrando un incremento del 4,9% in termini di volume e del 4,5% in valore negli ultimi dodici mesi. FederBio ha presentato questo bilancio durante la seconda assemblea dei produttori biologici e biodinamici, organizzata presso la sede di Cia-Agricoltori Italiani.
Nonostante la buona salute del settore biologico, i produttori chiedono una riduzione della burocrazia, un sistema unificato di certificazione e la definizione di un “giusto prezzo” per i prodotti biologici, indipendente dai prezzi del mercato convenzionale. Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, sottolinea l’importanza di un giusto prezzo che consenta di produrre alimenti sani rispettando il reddito degli agricoltori e i diritti dei lavoratori.
Una delle principali richieste del settore è l’adozione di un sistema unico di certificazione, che garantisca standard uniformi per tutti gli operatori, attraverso un piano di controllo gestito da vari organismi privati e regolato dall’autorità nazionale. Mammuccini evidenzia che l’Italia, leader nel settore biologico, potrebbe puntare a un obiettivo ambizioso: portare al 25% le superfici agricole bio entro il 2030. Tale obiettivo, oltre a rafforzare la posizione italiana, potrebbe contribuire a valorizzare aree interne e incentivare giovani e donne a entrare nel mondo dell’agricoltura.
Inoltre, FederBio sottolinea i vantaggi del biologico in un contesto geopolitico incerto. L’adozione di pratiche come l’agro-ecologia permette di ridurre la dipendenza dai prodotti chimici di sintesi e avvicina produttori e consumatori, riducendo la complessità delle catene di approvvigionamento.
Il governo, per sostenere questa crescita, sta valutando la creazione di un marchio specifico per il biologico italiano. Luigi D’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura, conferma l’intenzione di favorire una crescente domanda per i prodotti bio italiani e di garantire ai produttori un’equa remunerazione. Il marchio rappresenterebbe anche un mezzo per promuovere la qualità e la sicurezza del biologico italiano e per rafforzare la sua posizione sul mercato.