Intesa Sanpaolo: 4mila uscite e 3.500 nuove assunzioni

Accordo Intesa Sanpaolo e sindacati per ricambio generazionale: 4mila uscite volontarie e 3.500 nuove assunzioni entro il 2027.

Intesa Sanpaolo ha raggiunto un accordo con i sindacati (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin) per una riorganizzazione volta a favorire il ricambio generazionale e a sviluppare nuove competenze all’interno dell’azienda. L’intesa prevede 4mila uscite volontarie, supportate dal Fondo di solidarietà, che superano di mille unità le 3mila uscite inizialmente ipotizzate. Al loro posto, verranno assunti 2mila nuovi dipendenti, con un rapporto di un’assunzione ogni due uscite, garantendo così un equilibrio generazionale nel settore bancario. Inoltre, l’accordo prevede l’assunzione di 1.500 persone con un contratto ibrido, che lavoreranno come consulenti e dipendenti a supporto delle filiali. Complessivamente, saranno inserite oltre 3.500 nuove risorse nel gruppo, inclusi circa 50 stabilizzazioni di personale già presente.

Nicola Fioravanti, Chief Governance, Operating and Transformation Officer di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l’importanza di questo accordo, evidenziando che entro il 2027 verranno assunti 3.500 giovani, portatori di nuove competenze digitali e capaci di rispondere alle esigenze di famiglie e imprese. Fioravanti ha anche ricordato l’impegno del gruppo nel tutelare l’occupazione attraverso la formazione continua: negli ultimi tre anni, la banca ha offerto opportunità lavorative a 5.300 persone e ha investito in 31 milioni di ore di formazione. Questo approccio è coerente con una visione che lega la crescita della redditività aziendale a un miglioramento delle condizioni lavorative.

Per i sindacati, l’accordo rappresenta un primo passo per affrontare la trasformazione digitale e i suoi effetti sul modo di fare banca. Paolo Citterio, coordinatore Fabi, ha evidenziato l’importanza della formazione e della creazione di un Comitato sulla trasformazione digitale per monitorare i cambiamenti. Inoltre, l’intesa prevede l’estensione dello smart working e della settimana lavorativa corta (4 giorni su 9 ore), oltre a un progetto di benessere organizzativo.

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