Il settore delle telecomunicazioni in Italia affronta cali di ricavi e sfide future, nonostante continui investimenti e trasformazioni.
Il settore delle telecomunicazioni in Italia ha vissuto un anno di grandi cambiamenti, con Tim che ha ceduto la propria rete, un passo inedito per un operatore incumbent, e la fusione imminente tra Fastweb e Vodafone Italia, che sarà acquisita da Swisscom. Sebbene la domanda di servizi non abbia mostrato segni di crisi, il panorama non è positivo. Tra il 2010 e il 2023, i ricavi delle telecomunicazioni in Italia sono scesi di 14,7 miliardi di euro, un calo pari al 35% del mercato. Inoltre, il flusso di cassa, che nel 2010 era positivo per 10,5 miliardi di euro, si è ridotto drasticamente, passando a soli 500 milioni di euro nel 2023.
Il Forum sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia, organizzato da Assotelecomunicazioni-Asstel e dai sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, e Uilcom-Uil, ha messo in luce alcune preoccupazioni, a partire dalla significativa riduzione dei ricavi nel settore, in particolare nel comparto mobile, che ha registrato un calo del 5%. Nonostante ciò, gli operatori continuano a investire ingenti risorse, pari al 26% dei ricavi annui. Tuttavia, la guerra dei prezzi e un mercato estremamente competitivo mettono sotto pressione le imprese, con un livello di investimenti elevato (circa 7 miliardi di euro all’anno), ma senza un adeguato ritorno economico.
Un altro punto critico emerso riguarda la gestione delle frequenze 5G e il tema dell’energia. Massimo Sarmi, presidente di Asstel, ha richiesto misure di mitigazione per il costo dell’energia, che potrebbero equiparare le telco alle imprese energivore. Inoltre, è stata sollevata la necessità di un’azione governativa in ambito europeo per garantire una competizione equa nel mercato digitale, con particolare attenzione al supporto delle telecomunicazioni nella realizzazione delle proprie reti.
Le aziende del settore, inclusi i principali operatori come Tim, Fastweb, Iliad, Wind Tre e Vodafone Italia, hanno sollecitato un sostegno regolatorio e finanziario per far fronte a questi problemi, mentre i sindacati hanno criticato l’assenza di una politica industriale adeguata e la carenza di risorse, come il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze.
Infine, il ministero delle Imprese ha sottolineato l’importanza di promuovere fornitori europei per le reti 5G e le gare per le frequenze, mentre il sottosegretario Alessio Butti ha frenato sull’idea di far contribuire le grandi piattaforme internet agli investimenti delle telco per il traffico generato sulle loro reti.