Alessandro Usai, nuovo presidente Anica, punta a internazionalizzare e avvicinare il pubblico alle produzioni italiane.
Alessandro Usai, nuovo presidente di Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Digitali), subentra a Francesco Rutelli con un mandato di quattro anni e con una visione di rilancio del settore cinematografico italiano, definendolo il secondo per importanza in Europa dopo quello francese. Usai, già alla guida di Colorado Film, vanta una lunga carriera tra università, consulenze ministeriali e ruoli direzionali nell’industria. Per lui, nonostante le difficoltà post-Covid, il cinema italiano ha un futuro e merita di essere sostenuto per tornare ai livelli pre-pandemia.
Rispetto al rischio di collasso del settore, Usai è ottimista: il cinema ha dimostrato la sua resilienza, pur necessitando di adattarsi ai cambiamenti nel consumo dei contenuti, con piattaforme di streaming e cinema che possono diventare partner, anziché competere. Una delle chiavi per valorizzare il cinema, spiega, è l’“eventizzazione”: creare eventi attorno a un film ne aumenta il valore e contribuisce a rinnovare l’appeal della sala cinematografica.
Un altro tema centrale è la riforma del tax credit per le produzioni, rallentata da una lunga fase di blocco, ma ormai vicina al via libera. Usai propone di trattare con attenzione i casi particolari di abuso del sistema, senza generalizzazioni, mantenendo una visione chiara e positiva del tax credit come strumento di sostegno al settore. Un obiettivo importante per Anica sarà anche quello di avvicinare le produzioni al pubblico, con l’obiettivo di rendere i film italiani più competitivi e internazionali. Il presidente ritiene che il processo di internazionalizzazione debba essere accompagnato da una crescita dimensionale delle case di produzione italiane, con l’ambizione di creare “campioni nazionali” capaci di competere sui mercati esteri.
La politica, secondo Usai, gioca un ruolo cruciale: deve assicurare certezza sulle risorse e sui tempi di attuazione delle misure di sostegno, come il tax credit. Inoltre, Usai sottolinea che per beneficiare del tax credit è necessaria l’uscita in sala dell’opera, smentendo le critiche secondo cui alcune produzioni ne trarrebbero vantaggio senza raggiungere il pubblico. Crede che sia importante ricostruire una narrazione adeguata del settore, che riconosca le qualità del cinema italiano e il suo valore economico e culturale per il Paese.