A Somma Vesuviana torna il Festival del Baccalà con eventi culturali, gastronomici e tradizioni popolari dal 11 al 13 ottobre.
A Somma Vesuviana, nel napoletano, torna protagonista la grande Festa del Baccalà, evento che celebra un prodotto di mare in una terra nota per il suo straordinario patrimonio culturale. Questa festa, rinominata per l’occasione Festival del Baccalà, si terrà nei giorni 11, 12 e 13 ottobre, attirando visitatori da ogni dove. Somma Vesuviana si trova in una posizione strategica, a soli 18 km da Napoli, 30 da Pompei e poco più di 60 dalla Costiera Amalfitana, offrendo quindi un’occasione unica per esplorare non solo il festival ma anche altre famose località turistiche e culturali, come la Reggia di Caserta.
Oltre al festival, Somma Vesuviana offre numerose bellezze storiche e culturali. I visitatori avranno la possibilità di ammirare il sito archeologico della Villa Augustea, oggetto di una missione archeologica internazionale, il Castello di Lucrezia D’Alagno risalente al 1458, il Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo, con le sue tre cripte sotterranee e affreschi di grande valore, e il Borgo Antico del Casamale, famoso per la sua Cinta Muraria intatta e antica. Tra i luoghi di culto spicca la chiesa de La Collegiata, la più antica del territorio, ricca di opere pittoriche del XVII secolo, e il Santuario Mariano di Santa Maria a Castello, situato nella parte alta del paese.
Il festival non si limita però alla cultura. Ogni sera, dall’11 al 13 ottobre, Piazza Vittorio Emanuele III si trasformerà in un punto di ritrovo per degustare numerose pietanze a base di baccalà e assistere a spettacoli di tammurriata e altre tradizioni popolari di Somma Vesuviana.
Come spiega Alessandro Masulli, direttore dell’Archivio storico del Comune, Somma Vesuviana è uno dei poli più importanti al mondo per il commercio e il consumo di baccalà e stoccafisso. La centralità di questo alimento nella dieta locale risale a tre momenti storici chiave: nel 1563, con il Concilio di Trento, che impose il consumo di pesce durante la Quaresima e altri giorni comandati; nel 1749, con l’accordo tra Carlo III di Borbone e Federico V di Danimarca e Norvegia per l’importazione di pesce secco e salato, che divenne un cibo accessibile anche alle fasce più deboli della popolazione.