A giugno 2024 il fatturato dell’industria cresce dello 0,1% in valore, ma cala dello 0,7% in volume. Trend misto tra mercati.
A giugno 2024, l’indice destagionalizzato del fatturato dell’industria ha mostrato una leggera crescita in valore e una moderata flessione in volume su base mensile. Secondo i dati dell’Istat, al netto dei fattori stagionali, si è registrato un aumento congiunturale dello 0,1% in valore e un calo dello 0,7% in volume. Questo risultato deriva da una differente dinamica sui mercati: il mercato interno ha subito una flessione sia in valore (-1,0%) che in volume (-1,6%), mentre il mercato estero ha registrato una crescita del +2,2% in valore e +1,0% in volume.
Su base annua, il fatturato ha evidenziato una diminuzione sia in valore (-3,7%) che in volume (-3,3%), con una sintesi di riduzioni del 6,0% sul mercato interno (-5,6% in volume) e una leggera crescita del +0,6% sul mercato estero (+0,8% in volume).
Nel secondo trimestre del 2024, in termini congiunturali, il fatturato dell’industria, depurato dai fattori stagionali, ha registrato una contrazione dell’1,1%, sia in valore che in volume. Tuttavia, nello stesso periodo, il fatturato dei servizi ha mostrato un aumento in valore (+0,3%), mentre è rimasto invariato in volume.
Osservando gli indici destagionalizzati del fatturato in valore per i raggruppamenti principali di industrie, a giugno si è registrato un aumento congiunturale per i beni intermedi (+1,7%), mentre i beni strumentali hanno segnato una leggera flessione (-0,4%) e l’energia ha subito una contrazione più marcata del -5,8%. I beni di consumo, invece, hanno registrato una variazione congiunturale nulla.
A livello tendenziale, l’unico incremento è stato registrato per l’energia (+0,4%), mentre i beni di consumo hanno subito un calo dell’1,3%, i beni intermedi sono scesi del -3,3%, e i beni strumentali hanno subito la flessione più marcata con un -7,3%.
Questi dati riflettono una situazione contrastante tra il mercato interno ed estero, con segnali di ripresa per alcuni settori e difficoltà per altri, soprattutto in relazione al calo della domanda interna e alla stabilità dei beni di consumo.