Export e produzione: frenata per l’industria italiana

L’industria italiana soffre: export in calo, produzione giù del 3,4% e fatturato in flessione per il quinto mese consecutivo.

L’export e la produzione industriale in Italia mostrano segni evidenti di rallentamento. Nei primi nove mesi del 2024, le esportazioni hanno subito un calo di quasi un punto percentuale, mentre la produzione industriale ha registrato una diminuzione del 3,4%, segnalando un contesto difficile per il settore manifatturiero. Senza il supporto di un’inflazione significativa, l’aumento dei ricavi risulta complesso, come confermano gli ultimi dati Istat relativi a settembre.

Il fatturato dell’industria ha subito una flessione dello 0,3% su base mensile e del 5,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I volumi di produzione sono calati del 4,7% annuo, con contrazioni marcate sia nell’export (-3,6%) che nel mercato interno (-6,8%). Questa performance negativa rappresenta il quinto mese consecutivo di calo congiunturale, portando il livello del fatturato ai minimi da gennaio 2022, mentre i volumi raggiungono i valori più bassi da febbraio 2021.

Le difficoltà del comparto manifatturiero derivano da fattori strutturali e congiunturali, tra cui il rallentamento dell’economia tedesca, la contrazione della domanda di lusso che penalizza il settore tessile-abbigliamento e l’incertezza legata ai bonus di Transizione 5.0, che hanno rallentato gli investimenti in nuovi macchinari e impianti.

I dati Istat di settembre evidenziano un calo del fatturato sia in valore (-0,3%) che in volume (-0,1%). Mentre il mercato interno soffre (-0,9% in valore, -0,6% in volume), l’export mostra segnali di ripresa (+0,9% in valore e +0,7% in volume). Tuttavia, il settore energetico subisce una contrazione drammatica (-12,5% mensile), contribuendo al calo generale.

Nel terzo trimestre del 2024, il fatturato industriale è sceso dell’1,3% in valore e dell’1,8% in volume rispetto al trimestre precedente. Anche il settore dei servizi ha segnato una contrazione dello 0,3% in valore e dello 0,9% in volume, aggravata dal calo del commercio all’ingrosso (-3% in valore).

Settori come energia e beni strumentali registrano i cali più marcati, con un’eccezione per i beni intermedi e di consumo, che mostrano leggere riprese su base mensile (+1,3% e +0,3%).

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