La tassa di soggiorno raggiunge 702 milioni. Codacons denuncia mancanza di trasparenza sull’uso dei fondi.
Le entrate generate dalla tassa di soggiorno continuano a crescere di anno in anno, raggiungendo nel 2023 una cifra record di 702 milioni di euro, con un aumento del 9,5% rispetto all’anno precedente. Questo dato emerge dalle analisi condotte da Federturismo e pone in evidenza l’importanza sempre maggiore di questo tributo per le casse comunali. Tuttavia, il Codacons ha sollevato preoccupazioni riguardo alla trasparenza nell’uso di questi fondi. L’associazione dei consumatori denuncia infatti la mancanza di chiarezza su come i proventi vengano effettivamente spesi dai comuni, alimentando il timore che tali risorse possano essere impiegate per coprire i deficit di bilancio delle amministrazioni locali, piuttosto che per scopi legati al turismo, come invece previsto dalla normativa.
Il tema è diventato particolarmente rilevante alla luce delle recenti discussioni sull’eventuale aumento della tassa di soggiorno, ipotesi che sembra essere al vaglio del governo. Secondo queste indiscrezioni, l’imposta potrebbe essere incrementata fino a un massimo di 25 euro, con una parte dei ricavi destinata specificamente alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Questa possibile rimodulazione della tassa, se confermata, avrebbe significative implicazioni sia per i turisti che per le amministrazioni locali.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha espresso la posizione dell’associazione riguardo a questi sviluppi, sottolineando la necessità di vincolare qualsiasi aumento dell’imposta a un obbligo di trasparenza assoluta. Rienzi ha proposto che i comuni siano tenuti a pubblicare dettagliatamente la destinazione dei fondi raccolti attraverso la tassa di soggiorno, rendendo disponibili queste informazioni fino all’ultimo centesimo. A suo avviso, ciò potrebbe essere realizzato tramite la creazione di una piattaforma dedicata e accessibile a tutti i cittadini. Questa misura sarebbe essenziale per garantire che i proventi dell’imposta siano effettivamente utilizzati per migliorare i servizi turistici e non per altri scopi, evitando così il rischio di un uso improprio dei fondi. In mancanza di tale trasparenza, Rienzi avverte che il Codacons sarà pronto a presentare ricorsi contro eventuali aumenti dell’imposta non adeguatamente giustificati.