Calano i consumatori di cultura, ma aumenta la spesa

Nonostante meno consumatori, cresce la spesa media per attività culturali, creando un divario nell’accesso alla cultura.

L’Osservatorio Impresa Cultura Italia-Confcommercio, nella sua ultima rilevazione, evidenzia un fenomeno interessante: diminuiscono i consumatori di cultura, ma la spesa media per le attività culturali è in aumento. Questo apparente paradosso mette in luce un rischio significativo: il divario tra chi può permettersi di accedere alla cultura e chi non ne ha la possibilità sta crescendo. Secondo Carlo Fontana, presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, è necessario introdurre politiche che promuovano l’accesso alla cultura e incentivi fiscali come la detrazione delle spese culturali. Tali misure non solo favorirebbero una maggiore partecipazione, ma rafforzerebbero l’intera filiera culturale e creativa, con benefici per l’economia e la società.

Fontana sottolinea inoltre l’importanza di ridurre le disparità geografiche, in particolare tra Nord e Sud Italia, dove esistono forti differenze sia nella spesa culturale che nell’offerta disponibile. Le iniziative culturali devono adattarsi ai diversi interessi delle varie generazioni per essere percepite come valide.

I dati dell’Osservatorio del settembre 2024 mostrano che, sebbene il numero di consumatori di cultura sia in calo rispetto all’anno precedente, la spesa media mensile è aumentata, passando da 83,2 a 94,6 euro. Questo fa sì che la cultura stia diventando sempre più percepita come un bene di lusso, con i consumatori disposti a spendere di più per attività specifiche. A influenzare i consumi culturali ci sono vari fattori, tra cui la distribuzione geografica e l’età dei partecipanti. I giovani tra i 18 e i 34 anni prediligono attività all’aperto, mentre le generazioni più anziane preferiscono forme culturali più tradizionali, come il balletto e l’opera.

L’Osservatorio mette in luce anche una distinzione nei consumi tra attività che comportano costi obbligatori, come il cinema, e quelle che non lo richiedono, come l’ascolto di musica, per cui la maggior parte delle persone non ha speso denaro. Tuttavia, quando si tratta di eventi culturali specifici, la spesa tende ad aumentare, con un interesse crescente per libri cartacei, che hanno recuperato terreno rispetto ai formati digitali.

Infine, l’offerta culturale si è dimostrata un potente motore per il turismo locale, con eventi culturali che attraggono sempre più visitatori durante le vacanze. Il 43% delle persone considera la combinazione di natura e cultura come la vacanza ideale, mentre un 37% è interessato alle esperienze enogastronomiche. I social media, inoltre, stanno diventando uno strumento sempre più importante per informarsi sulle attività culturali, soprattutto tra i giovani e gli over 55.

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