Assolombarda: incentivi chiave per rilanciare l’industria

Alessandro Spada propone Ires ridotta e misure semplificate per sostenere investimenti e competitività nel settore industriale.

Ora che l’economia rallenta, è essenziale investire e prepararsi alla futura crescita. È il messaggio lanciato da Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, che rappresenta oltre 7mila aziende del Nord-Ovest. L’industria italiana sta affrontando un momento di difficoltà: nei primi nove mesi del 2024 la produzione industriale è calata del 3,4%, l’export dello 0,7% e il fatturato del 4,2%. Anche le richieste di cassa integrazione sono aumentate sensibilmente.

Spada sottolinea che, nonostante l’Italia abbia mostrato solidità negli ultimi anni, l’attuale fase è complessa, aggravata dalla debolezza dell’economia tedesca e da una domanda insufficiente per una impresa su quattro. Serve una strategia di rilancio, con misure anticicliche che stimolino investimenti e competitività.

Una delle proposte principali è una riduzione dell’Ires dal 24% al 19% per le imprese che reinvestono almeno il 70% degli utili, destinandone una parte a investimenti strategici. Questi fondi potrebbero essere utilizzati per innovazione, sostenibilità, sicurezza sul lavoro e nuove assunzioni. Questo incentivo fiscale sarebbe un segnale importante per le aziende, favorendo sia la patrimonializzazione che la crescita economica.

Un altro tema chiave è la misura Transizione 5.0, che punta a integrare digitalizzazione e risparmio energetico. Tuttavia, i 6,2 miliardi disponibili sono stati finora utilizzati in modo marginale a causa della complessità normativa. Spada chiede una semplificazione delle regole e l’estensione dei termini temporali, insieme a un aumento delle aliquote e incentivi per l’acquisto di pannelli fotovoltaici europei. Secondo Assolombarda, sarebbe utile rifinanziare il precedente piano Industria 4.0, più semplice e già collaudato.

Infine, si critica la recente norma che impone la presenza di un revisore ministeriale nelle aziende che ricevono contributi pubblici superiori a 100mila euro annui. Spada definisce questa misura eccessiva e dannosa, un segnale di sfiducia verso le imprese che aumenta inutilmente la burocrazia in una fase in cui serve invece snellire i processi.

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