Antitrust contro le proroghe delle concessioni balneari

L’Antitrust sollecita la fine dei rinnovi automatici delle concessioni balneari, chiedendo gare entro fine anno.

L’Antitrust è intervenuto nuovamente contro le proroghe delle concessioni balneari in Italia, ribadendo la necessità di rispettare le norme sulla concorrenza e sollecitando un rapido avvio delle procedure di gara per assegnare le nuove concessioni entro la fine dell’anno. L’intervento dell’Autorità arriva in un momento particolarmente delicato, a soli tre giorni dal primo sciopero degli ombrelloni, e si rivolge all’Anci e alla Conferenza Stato-Regioni per porre fine a quelle che definisce violazioni della concorrenza e effetti distorsivi dovuti ai rinnovi automatici delle concessioni.

L’Antitrust ha più volte espresso la propria posizione su questo tema, inviando pareri motivati ai singoli Comuni e intervenendo direttamente in Parlamento. Ora, però, l’Autorità ha lanciato un messaggio ancora più forte, esortando gli enti concedenti ad avviare le gare per l’assegnazione delle concessioni, sottolineando che il rispetto delle normative europee è fondamentale, soprattutto perché l’Italia è già soggetta a una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.

L’Autorità ha inoltre chiarito che, prima ancora dei risultati della mappatura delle spiagge libere a cui sta lavorando il governo, la risorsa demaniale è scarsa e, in alcuni casi, addirittura inesistente per i nuovi potenziali operatori. In questo contesto, l’Antitrust ha ricordato che la direttiva Bolkestein prevale sulle norme nazionali, rendendo inapplicabili le proroghe delle concessioni previste dal decreto Milleproroghe fino alla fine del 2024 o, in casi eccezionali, fino al 2025.

Un altro punto cruciale sottolineato dall’Antitrust riguarda la legittimità delle proroghe. Secondo l’Autorità, le motivazioni presentate da molte località turistiche per giustificare le proroghe non rispettano le normative vigenti. La legge italiana consente di prorogare le concessioni solo in circostanze eccezionali, legate a specifiche condizioni che impediscono la conclusione delle procedure di selezione. Tuttavia, l’Antitrust ha rilevato che, in nessuno dei casi esaminati, le amministrazioni locali avevano avviato tali procedure, giustificando così il proprio richiamo agli enti locali.

Di fronte a questa situazione, Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari, ha contestato l’approccio dell’Antitrust, sottolineando che l’Autorità fa riferimento a una proroga automatica generalizzata, che ritiene inaccettabile. Capacchione ha invece ribadito la preferenza per una proroga differenziata, in linea con le indicazioni del governo. Anche Marco Maurelli, presidente di Federbalneari, ha criticato l’Antitrust, accusandola di adottare due pesi e due misure e chiedendo un dialogo più costruttivo con il legislatore e la Commissione Europea per una riforma che è attesa da oltre 15 anni.

Negli ultimi giorni, è emersa l’ipotesi che, nelle regioni in cui le spiagge libere rappresentano meno del 25% del totale, le concessioni potrebbero essere prorogate fino al 31 dicembre 2027, mentre nelle regioni con una quota superiore al 25% si potrebbe arrivare fino al 31 dicembre 2029.

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