La nuova linea AV Napoli-Bari porterà 4,4 miliardi di valore, 62mila posti di lavoro e riduzione di CO₂ per un Sud più competitivo.
La nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità e Capacità (AV/AC) Napoli-Bari rappresenta un’infrastruttura strategica per il rilancio economico e sociale del Mezzogiorno. Secondo uno studio della Svimez, in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana (RFI), l’impatto economico complessivo sarà pari a 4,4 miliardi di euro di valore aggiunto e alla creazione di 62mila posti di lavoro, considerando anche gli effetti diretti, indiretti e indotti.
L’amministratore delegato di RFI, Gianpiero Strisciuglio, ha sottolineato come questa linea rappresenti un cambiamento significativo per la mobilità del Sud e un motore per l’economia locale. «Oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro, questa infrastruttura favorirà lo shift modale, in linea con gli obiettivi climatici europei», ha dichiarato. Allo stesso modo, il direttore generale di Svimez, Luca Bianchi, ha evidenziato il potenziale trasformativo dell’opera, che collega due regioni dinamiche del Sud, promuovendo uno sviluppo sostenibile e valorizzando le competenze locali.
Con un investimento totale di oltre 6 miliardi di euro, il progetto avrà un impatto su settori chiave come ingegneria civile, progettazione, costruzioni e fabbricazione di prodotti in metallo, oltre ai servizi di vendita all’ingrosso. La linea sarà dotata di doppio binario e consentirà velocità comprese tra i 200 e i 250 km/h. Ciò ridurrà significativamente i tempi di percorrenza: due ore tra Napoli e Bari, tre ore tra Roma e Bari e quattro ore tra Roma e Lecce o Taranto.
L’opera contribuirà inoltre alla riduzione delle emissioni di CO₂, con una stima di 141mila tonnellate annue in meno, equivalenti alle emissioni prodotte da 638mila camion che percorrono la stessa tratta. Questo effetto positivo sul clima rafforza l’importanza del progetto non solo in termini economici, ma anche di sostenibilità ambientale, integrando il Sud Italia con il resto del Paese e con l’Europa.