Accordo per il nuovo impianto di preridotto a Taranto

Firmato l’accordo per il progetto da 1 miliardo a Taranto. Riduzione delle emissioni di CO2 e decarbonizzazione della produzione di acciaio.

Il progetto per la costruzione di un impianto di preridotto di ferro nel sito siderurgico di Taranto ha ricevuto un’importante spinta grazie alla firma di un accordo tra i commissari delle amministrazioni straordinarie di Acciaierie d’Italia e Ilva, insieme ai vertici di Dri d’Italia, società controllata da Invitalia. Questo accordo prevede l’utilizzo di un miliardo di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) per finanziare la costruzione dell’impianto. L’impianto, che sarà alimentato principalmente a gas, avrà una capacità produttiva di 2,5 milioni di tonnellate annue e sarà in grado di fornire acciaio di alta qualità, indispensabile per l’industria manifatturiera, soprattutto per il settore automotive.

Uno degli aspetti più rilevanti del progetto è la riduzione delle emissioni di CO2 e l’abbattimento dell’uso di carbone, grazie all’utilizzo del preridotto di ferro invece del rottame. Questa tecnologia permetterà al sito di Taranto di ridurre in maniera significativa l’impatto ambientale. Inoltre, il finanziamento del progetto era inizialmente previsto nel Pnrr, ma è stato successivamente trasferito al FSC per evitare il rischio di perdere i fondi a causa delle scadenze del Piano di ripresa e resilienza.

Nonostante l’accordo tra Acciaierie, Ilva e Dri d’Italia, il miliardo di euro non sarà immediatamente disponibile. Il suo utilizzo dipenderà da una convenzione tra Dri d’Italia e il Ministero dell’Ambiente, la quale è in fase di definizione. Inoltre, il 21 novembre è prevista una decisione del Consiglio di Stato riguardo la procedura di gara che ha visto un’interruzione a causa di un ricorso, creando un altro ostacolo da superare.

Questo progetto rappresenta un passo cruciale per la decarbonizzazione dell’industria siderurgica, una transizione che dovrà essere portata avanti anche dal futuro acquirente privato di Acciaierie d’Italia. Al momento, tre gruppi, tra cui Vulcan Steel, Stelco e Baku Steel, sono interessati a rilevare l’intero complesso industriale. La decarbonizzazione è uno degli obiettivi principali previsti dal bando di vendita, e le offerte che non tengono conto di questa priorità saranno escluse.

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